Agenda Digitale e PMI
Published by Make Do on January 15, 2013
Con l’Agenda Digitale, istituita con legge dalla fine del 2012, il governo italiano attua per la prima volta misure per colmare quel “digital divide” che caratterizza il nostro Paese dall’inizio dell’era internet, come testimonia tra gli altri anche il rapporto doing business 2012 della Banca Mondiale, rilevando che l’Italia investe in Information Technology solo il 2% del proprio PIL.
Già quest’anno l’Agenda Digitale prevede investimenti pari a circa 2,5 miliardi di euro su quattro fronti specifici:
1) Banda larga (2-20 Mbps) e ultra-larga (30-100 Mbps). Ad oggi sono almeno 3000 le località nel nostro Paese senza le infrastrutture per l’accesso a banda larga e ultra larga, soprattutto nel Mezzogiorno.
2) Smart Cities, per agevolare i processi collaborativi e l’utilizzo “sociale” della rete.
3) Open data, per una gestione efficace ed efficiente dei dati in possesso delle istituzioni, con conseguente beneficio anche per le imprese, soprattutto quelle di piccole dimensioni.
4) Cloud Computing, per consentire l’interoperabilità di dati tra le istituzioni, a vantaggio di velocità e completezza dei processi amministrativi.
I dati ISTAT pubblicati in chiusura 2012 confermano che sono proprio queste oggi le maggiori sfide per le PMI. Tra i vari dati emerge tra tutti che il 93,6% delle aziende è connesso a Internet in banda larga fissa o mobile, ma solo il 26% circa delle imprese connesse a Internet dichiara di disporre di velocità nominali pari o superiori a 10Mbps.
E’ chiaro che il percorso per una riduzione soddisfacente del digital devide è ancora lungo, ma l’attuale disponibilità di soluzioni di outsourcing delle infrastrutture IT, intese sia come servizi di hosting dedicato che come servizi cloud-based, può sicuramente consentire sin da ora alle piccole e medie imprese di eliminare o quantomeno ridurre il problema della disponibilità di banda presso la propria sede.
Scegliere di custodire e gestire i propri dati in un data centre di terze parti significa, infatti, non solo trarre i vantaggi derivanti dalle scelte di esternalizzazione, ma anche poter contare su strutture già dotate di accesso internet a banda larga.
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