La Digital Transformation è la chiave di volta per uscire dalla crisi per le aziende di qualsiasi settore, anche di quelli più tradizionali, ma il CIO deve trasformarsi in un Digital Champion

Published by Make Do on September 28, 2021

Stagnazione, crisi, crescita zero: sono i termini che contraddistinguono ormai da anni l’economia europea. Alcuni deboli segnali fanno sperare in una ripresa che comunque si configura come lenta e difficile, ma secondo gli analisti c’è una leva che consentirebbe di ribaltare la situazione: la Digital Transformation. Cogliere pienamente le opportunità offerte dalla digitalizzazione pervasiva della società e innovare i propri modelli di business, portando il digital nel DNA delle offerte di prodotti e servizi rappresenta la principale sfida per le aziende e apre le porte a una nuova rivoluzione industriale.

I mercati, anche quelli più tradizionali, sono fortemente impattati dal processo di digitalizzazione e nessuna realtà può ritenersi “al sicuro” nella propria nicchia pensando di avere acquisito una posizione consolidata: nascono nuovi attori e le aziende si trovano a dover fronteggiare competitor prima inimmaginabili; assistiamo a una contaminazione dei mercati abilitata dalla possibilità di offrire nuovi servizi; l’Internet of Things ha rivoluzionato il concetto di prodotto e di servizio e la stampa 3D non ha ancora pienamente espresso tutto il suo potenziale nel settore manifatturiero e non solo.

L’ICT sta quindi sempre più diventando un fattore differenziante e il CIO dovrebbe essere il manager logicamente deputato a guidare questa trasformazione, eppure Gartner rileva che il responsabile dei sistemi informativi è ancora molto spesso focalizzato sulla quotidianità operativa: in un’indagine condotta nell’ottobre 2014 su 2.800 CIO, il 75% riconosce che dovrà cambiare il proprio stile di leadership nei successivi 3 anni. Non è più sufficiente essere efficienti e guidare l’eccellenza operativa, il CIO deve essere il leader di un cambiamento dirompente che comporta anche una revisione dei modelli organizzativi, trasformandosi da specialista ICT in change manager, orchestratore di relazioni e generatore di innovazione.

Quali sono dunque gli elementi che caratterizzano questo cambio di mentalità del CIO?

Deve essere soprattutto uno sperimentatore. Gartner rileva che i CIO hanno ormai inserito tra le proprie priorità i 4 trend che stanno cambiando la società e il modo di fare business ovvero il cloud, il mobile, i social ed i big data, ma sottolinea che il ruolo del CIO deve essere quello di anticipare le tecnologie che più incideranno in futuro. Perché ciò non sia un esercizio puramente sperimentale, il CIO deve lavorare a stretto contatto con il responsabile del business per comprenderne a pieno le esigenze ed essere in grado di individuare progetti innovativi realmente volti a dare valore.

Deve essere in grado di misurare le performance IT in modo che la tecnologia sia percepita come un investimento: non c’è nulla di peggio che mostrare i costi di una scelta tecnologica senza essere in grado di dare misura tangibile dei benefici e del valore generati. E la cosa migliore è lavorare a stretto contatto con il CFO.

Deve migliorare le proprie relazioni con gli altri top manager in modo da capire quali sono realmente le loro esigenze, i loro timori, il grado di rischio che sono in grado di accettare, ma anche come usano le tecnologie e come vorrebbero usarle per trasformare il proprio business.

Deve identificare i manager più innovativi e lavorare con questi per sviluppare progetti che diano rapido riscontro dei benifici in termini di business che la tecnologia può portare.

Deve compiere un assessment delle tecnologie in collaborazione con il business. Il CIO deve confrontarsi con il business per comprendere il reale utilizzo delle tecnologie esistenti ed essere in grado di rispondere con certezza sia in merito ai tempi necessari allo sviluppo, sia ai test ed all’erogazione di nuovi servizi. Questo assessment è indispensabile per definire le priorità di sviluppo dei nuovi progetti.

La chiave di volta della Digital Transformation dell’azienda è dunque rappresentata, da un lato, da questo cambio di mentalità del CIO e dall’altro da un’infrastruttura tecnologica flessibile, agile, intelligente, in grado di supportare questo percorso di trasformazione. Purtroppo, secondo lo studio Tech Deficit Research di Colt su 852 technology decision maker europei, solo il 26% ritiene che la propria infrastruttura tecnologica sia pronta per supportare la complessità che la digital transformation comporterà e gestire adeguatamente i picchi e le esigenze che si determineranno nei prossimi due anni. In Italia il dato è ancora più allarmante, infatti solo il 23% dei CIO crede che l’infrastruttura attuale sia idonea a sviluppi futuri.

In Europa, il dato più allarmante è che il 20% afferma di non avere alcuna strategia per colmare questo gap, questo nonostante la maggioranza degli intervistati (53%) ritenga che, senza un miglioramento dell’attuale infrastruttura, non sarà più in grado di rispondere in modo adeguato alle esigenze dei clienti.

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