HomeSorridi, la tua azienda è in beta!

Sorridi, la tua azienda è in beta!

Davide Suppia, Sales & Marketing Director Colt

Tra gli innumerevoli avvisi che pervadono gli schermi dei nostri dispositivi mobili, ce n’è uno che è diventato piuttosto comune: la disponibilità degli aggiornamenti. Non importa quale sia il modello di terminale o il sistema operativo, quasi ogni giorno troviamo un avviso che indica che una o più delle applicazioni installate sul telefono ha a disposizione una nuova versione, che corregge gli errori precedenti e fornisce funzionalità avanzate. Non importa se l’applicazione sia affidabile o sia stata precedentemente testata da milioni di utenti. Il suo sviluppo è costantemente in divenire. Questa progressione continua, in cui il prodotto viene rinnovato in modo permanente, è oggi applicabile anche al mondo del business. Benvenute imprese in beta!

Il concetto beta si applica nel mondo informatico, ai programmi che sono in fase prova prima del loro lancio commerciale. Uno sviluppo beta tende ad essere completamente funzionale, ma all’utente non viene garantito il suo utilizzo senza alcun tipo di errore. Al contrario, sono proprio i fruitori che lo dovranno testare, come veri e propri piloti collaudatori, e dovranno notificare ciò che non funziona correttamente a seconda dell’ambiente in cui operano: il sistema operativo su cui il programma è installato, l’hardware utilizzato, i volumi di carico dei dati …

Il mondo degli aggiornamenti è stato anticipato dai produttori di software, nello specifico quelli dedicati alla sicurezza, che necessitano di continui update per far fronte alle eventuali e sempre nuove falle di sistema. Ma le applicazioni mobili hanno segnato la svolta, insegnandoci che un prodotto può essere venduto senza essere definitivo. Questa filosofia si sta spostando con successo nel mondo degli affari.

L’organizzazione “snella”

Per le aziende, il concetto di beta permanente si è concretizzato seguendo il modello chiamato lean manufacturing. Che cos’è? Nella pianificazione della produzione bisogna pensare, in primo luogo, al cliente: sia di offrirgli un valore aggiunto sia di prendere in considerazione le sue opinioni ed esperienze per determinare quale dovrebbe essere il risultato del nostro lavoro. In secondo luogo, cerchiamo la massima efficienza , in modo da scartare tutte quelle risorse che non forniscono valore diretto al prodotto o al servizio finale. Il modello di produttore che fa riferimento a questa filosofia per eccellenza è Toyota.

Dal lean manufacturing passiamo nel 2008 al concetto di lean startup. L’ idea è stata sviluppata da Eric Ries, autore del libro The Lean Startup. Partendo dai principi analizzati in precedenza, ha sviluppato un modello che sostiene che una azienda non necessita di grandi investimenti o sviluppi, poiché non è obbligata a lanciare sul mercato un prodotto perfetto. Anzi, al contrario. Dal momento che l’impresa lean tiene conto delle opinioni dei clienti, ha bisogno di mettere il prodotto o servizio nelle loro mani per farlo sperimentare e per capire i dubbi, le critiche o le risposte positive che il pubblico può dare, cosi’ da migliorare l’offerta della società attraverso l’innovazione.

Eric Ries ha proposto questo modello pensando alle start-up per un motivo chiaro: il bilancio. Se il concetto lean significa investimenti mirati, è perfetto per coloro che hanno poche risorse nella fase di lancio iniziale. Ma non è un’idea che può essere esclusivamente applicata alle piccole imprese. Per esempio, Facebook non si sta reinventando, pur essendo un gigante del valore di oltre 175.000 milioni di dollari? Red Bull in realtà è una società che vende bevande energetiche oppure un generatore di contenuti ed esperienze che vengono finanziati con queste bevande? Come evolverà nei prossimi mesi o anni?

I requisiti di una impresa beta

Essere una impresa lean o una cosiddetta “beta permanente”, tuttavia, non è facile. Naturalmente, richiede un’agilità a cui molte organizzazioni non sono preparate, in particolare la Direzione. L’impegno nel fare dei controlli permanenti e il continuo lavoro di “prova/errore” è difficile da portare avanti, soprattutto quando i processi sono predisposti per seguire sistemi di gestione tradizionali. Tuttavia, ci sono alcuni aspetti che devono essere presi in considerazione:

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